giovedì 6 giugno 2013

Ritorno e ritorno

Come ormai quasi tutti sanno, siamo tornati. E' il primo "ritorno" del titolo.
Il secondo "ritorno" è riferito al fatto che, fra una quarantina di giorni, saremo ancora in Cameroun, a Mbalmayo.
Speravo veramente di riuscire a comunicare con tutti voi tramite questo blog, ma le dotazioni tecniche erano (e sono, per ora) insufficienti. Ma non è responsabilità dell'Africa o del Cameroun in particolare. Sono, purtroppo, le dotazioni tecniche del centro dove siamo stati ad essere insufficienti.
Probabilmente, nella nostra prossima permanenza riusciremo a risolvere (in parte) questo problema.
Raccontare ciò che abbiamo visto e vissuto in questo mese e mezzo di permanenza è veramente difficile: pensieri e ricordi si accavallano e questo blog servirà prima di tutto a me, per mettere ordine nei ricordi e per non dimenticare.
Con calma, riuscirò anche a caricare un po' di foto.
Per prima cosa, un grazie di cuore a Stefano, che è venuto a prenderci a Malpensa e ci ha riportati a casa: partiti alle 20 (camerunesi, corrispondenti alle 19 italiane) del 3 giugno da Mbalmayo, siamo arrivati alle 20 (italiane) del 4 giugno alla nostra casa di Candia. 25 ore si sentono! Ma ne vale la pena!!!
Abbiamo girato il Cameroun in lungo e in largo. Si fa per dire! Però dal sud, dove era e dove sarà la nostra base, siamo andati al nord, a Garoua, distante quasi 1000 km. Dove faceva molto più caldo: quasi sempre oltre i 35 gradi. E siamo stati più a ovest, a Douala. Città industriale e commerciale, con un porto molto attivo. Non calda come Garoua, ma più umida.
Abbiamo conosciuto meglio le persone con le quali collaboreremo per i prossimi tre anni: camerunesi giovani e meno giovani; sono iniziate amicizie che cercheremo di consolidare.
Abbiamo conosciuto meglio gli altri italiani che erano lì con noi: alcuni temporaneamente, e li abbiamo salutati quando sono ritornati in Italia o nelle loro sedi in altre parti del Cameroun.
Abbiamo stretto amicizia con la coppia che gestisce l'ospedale: Paolo e Chiara e i loro due figli Maria (2 anni e mezzo) e Gegè (Geremia, 1 anno e mezzo); peccato che, dopo quasi sei anni, torneranno in Italia proprio quando noi ritorneremo in Cameroun.
Abbiamo incominciato a imparare come fare la spesa nei "negozi" locali. Ma sappiamo anche che a Yaoundè (la capitale, a una quarantina di km da Mbalmayo), ci sono almeno una mezza dozzina di centri commerciali, molto ben dotati: scatolame di ogni genere, formaggi e salumi (anche il crudo di Parma!), Nutella e pasta Barilla, carne e pesce e ogni altra cosa utile o sfiziosa.
A Yaoundè si trova di tutto. Bisogna imparare a muoversi in mezzo al traffico caotico e a capire quali strade fare per andare in determinate destinazioni. Ma, in pratica, niente di differente per chi si trovi a dover girare per Milano la prima volta.
Quello di cui ci si accorge quasi subito è il fatto che, ovunque tu sia, finito il paese o la grande città, incomincia la foresta. La zona di Mbalmayo e Yaoundè è situata su colline e, quando sei in posizione elevata, il panorama dimostra immediatamente che città e paesi sono isole inserite nella foresta: a volte collegate con strade asfaltate, a volte con piste in terra battuta.
E sempre, dappertutto e su ogni tipo di strada, gente che va a piedi: si sposta fra i diversi villaggi, cerca il posto migliore dove collocare la propria mercanzia per venderla, torna  a casa dopo il lavoro, va a scuola, magari a qualche chilometro di distanza.
Nel prossimo post cercherò di essere un po' più organizzato e di scegliere un argomento specifico.

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