Dicevo: è un periodo di quasi riposo.
Infatti, oggi, ecco la visita ufficiale del nuovo
ambasciatore italiano in Cameroun. Anzi, l’ambasciatrice. Una donna gentile,
cordiale, attenta alle necessità o ai desideri sia dei suoi connazionali, sia
dei cittadini del paese che l’ospita. Sembra quasi una signora dell’alta
società in visita di cortesia. Sembra!
Ma se si viene a sapere che la sua precedente sede, nei passati
4 anni, era l’Afghanistan, si può ben pensare che dietro quella facciata di
sorrisi e gentilezze ci deve essere anche una scorza dura abbastanza da
sostenere il ruolo in un teatro di guerra, in cui imperversano le “grandi
potenze”.
Anche qui, non credo che abbia un ruolo facile. Non è
soltanto il massimo rappresentante del governo italiano in Cameroun, ma anche
in Centrafrica, in Guinea Equatoriale e in Ciad.
Nazioni che non hanno forse la stessa rilevanza mediatica e
gli stessi tragici problemi di altri
come la Nigeria (Boko Haram) o la Guinea Conakri (ebola), ma che presentano
comunque, almeno ai nostri occhi, situazioni non semplici. Qui in Cameroun c’è
lo stesso presidente dal 1982, grazie anche a modifiche costituzionali
approvate dalla sua maggioranza; confina con la Nigeria e sapete anche voi che
la questione Boko Haram lo interessa da vicino. Anche in Guinea Equatoriale c’è
lo stesso presidente, ma dal 1979; in parlamento ha l’assoluta maggioranza dei
seggi, nel senso che l’opposizione ha ottenuto alle ultime elezioni un seggio
alla camera e uno al senato (elezioni certamente democratiche?); dicono che gli
oppositori non abbiano vita facile; alcuni dicono che non abbiano vita e basta.
Anche nel Ciad il presidente, in carica dal 1990 grazie a un colpo di stato, ha
promosso modifiche costituzionali per prolungare i suoi mandati; l’anno scorso
c’è stato un tentativo, cruento, di colpo di stato; la situazione sembra sempre
sul filo del rasoio. E infine il Centrafrica,
teatro di un colpo di stato nel 2013 e di una crisi prolungata con le
caratteristiche di guerra civile/religiosa, forse in via di soluzione grazie
all’accordo di pace dei mesi scorsi.
E queste sono le notizie che chiunque può conoscere e
trovare sui media. Spesso mi piacerebbe sapere anche le notizie che non
arrivano sui media.
Si può quindi dire che non è un incarico di tutto riposo.
Credo che il lavoro di ambasciatore non sia facile in nessun paese, ma
probabilmente in Canada o Australia deve preoccuparsi un po’ di meno della
sicurezza dei suoi connazionali.
È arrivata nella prima metà di luglio e ha incominciato a
viaggiare per il paese, per conoscere meglio le comunità italiane che qui
vivono, lavorano e collaborano con i camerunesi. E ci ha dato una risposta
interessante alla domanda: quanti sono gli italiani in Cameroun?
Fra imprenditori, lavoratori, volontari, missionari o
italiani che qui si sono formati una famiglia, siamo circa 700: la quarta
comunità straniera in termini numerici. Il primo posto se lo contendono
Francesi e Cinesi, almeno ufficialmente. Perché, secondo i dati ufficiali,
entrambi sono presenti con circa 8.000 rappresentanti del proprio paese. E
visto che i Francesi sono stati per lungo tempo la potenza coloniale in
Cameroun, il loro numero è ampiamente giustificato, soprattutto se si pensa
alle molte aziende qui presenti. Ufficiosamente, invece, i cinesi sarebbero
circa il doppio. E sono presenti soprattutto per affari. Anche un buon numero
di italiani è presente per affari, ma la maggioranza sono volontari laici e
religiosi.
E permettetemi un pizzico di polemica, rivolto a tutti
quelli che propugnano la chiusura delle frontiere (italiane!) e pretendono che
i “migranti” siano aiutati a casa loro, così da non dover migrare e
“disturbare” gli altri. Cari signori, muovetevi! I paesi che hanno di questi
problemi vi accoglieranno a braccia aperte. Ma come sempre, fra il dire e il
fare ….
Tornando all’argomento più importante, la visita è stata
senza dubbio interessante e abbiamo potuto illustrare e mostrare ciò che il Coe,
in questi 40 anni e oltre di presenza in Cameroun, è riuscito a fare,
naturalmente in stretta collaborazione con i camerunesi.
L’ambasciatrice (probabilmente è più corretto dire
“l’ambasciatore”, certamente il termine ufficiale nei rapporti fra nazioni.) è
arrivata senza alcun seguito o scorta: solo l’autista, anche perché spesso norme
di prudenza, presenti anche in altri paesi, suggeriscono o impongono di
affidarsi ad autisti locali.
Naturalmente, la visita non è stata a sorpresa, ma è stata
preannunciata con un anticipo di 5 giorni: grandi pulizie, convocazione dei
responsabili di struttura già in ferie, predisposizione del tour informativo,
convocazione degli altri volontari presenti a Yaoundè, preparazione degli
interventi, esaustivi ma concisi, perché il tempo a disposizione è poco,
preparazione di un buffet/rinfresco, necessario perché era previsto un orario
di visita proprio a cavallo dell’ora di pranzo e anche perché fa piacere
offrire qualcosa agli ospiti. Naturalmente, secondo le già menzionate leggi di
Murphy, quando resti senza gas? Quando ne hai più bisogno! Infatti siamo
rimasti senza gas! (inciso per Giorgio e Giovanni: la vostra mamma si è ancora distinta per
capacità organizzative e per gusto alimentare. Se poi chiedete a lei, vi dirà
che è andato tutto bene, ma poteva andare meglio!).
Il tour organizzato per mostrare il nostro Centro ha
interessato la parte di attività sociali (Sala Conferenze e biblioteca);
l’Istituto di Formazione Artistica (Sala Esposizioni e Laboratorio di
ceramica); l’Ospedale Saint Luc,con i diversi reparti; e, dulcis in fundo (un
po’ di promozione non guasta mai!), il CAA, con i suoi atelier di Grafica,
Ceramica e Tipografia.
La nostra ambasciatrice si è dichiarata piacevolmente
sorpresa e meravigliata di ciò che ha visto e ha fatto i complimenti al Coe e
ai suoi rappresentanti, assicurando il suo interesse alle nostre iniziative.
Credo che complimenti e meraviglia fossero sinceri. Ma è un
ambasciatore, quindi la diplomazia è la sua arte. E se è così, è stata espressa
molto bene. E questo può essere anche più importante, perché testimonia alta
professionalità e competenza. Quindi siamo ben rappresentati e tutelati.
È stata anche l’occasione per fare una specie di reportage
fotografico, attraverso il quale avrete l’opportunità (irripetibile!!! da non
perdere!!! forse.) di vedere un po’ di facce, italiane e camerunesi, e un po’
di ambienti del nostro Centro.
E così, con questi due ultimi post, vi siete fatti un’altra
scorpacciata di foto!
Ciao a tutti.
P.S: qui piove, e da voi? Qui è normale: è ancora la
stagione delle piogge. e da voi?
https://plus.google.com/photos/100328113798454055311/albums/6048282152020909873?authkey=COWqvtPVldG6uQE
Qui piove(va). Weekend di sole, a ferie praticamente finite, con il sabato speso per metà in macchina e la domenica fra bucati e penniche.
RispondiEliminaLa Madre ha detto che il buffet è andato bene! Poteva andare meglio perché mancava il culatello?
P.S. il link non si apre... ocio!
GV
Prova adesso!
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