L’altro ieri un caro amico ha pubblicato un post dal titolo “L’INGANNO”,
che esprimeva i suoi pensieri sulla “questione islamica”. A mio parere, molti
luoghi comuni e qualche pregiudizio. Il mio commento avrebbe occupato troppo
spazio della sua bacheca e, forse, può essere interessante anche per altri. Il mio
pensiero lo esprimo quindi qui, fornendo qualche dato e un altro punto di vista
della questione, sperando comunque di riuscire a mantenere ancora la sua
amicizia.
Ricopio di seguito il post, a brani, con i miei relativi pensieri.
Ricopio di seguito il post, a brani, con i miei relativi pensieri.
"L'INGANNO
Mi farebbe piacere che questi islamici sedicenti pacifisti invece di masticare un vano ramoscello d'olivo ci mostrassero che non la pensano come il miliardo e mezzo di loro confratelli! Mi piacerebbe sapere si dichiarano in aperto contrasto con i tanti che invece conducono contro di noi la jihad: la guerra santa da rivolgere contro tutti gli infedeli."
Spero che le notizie che riporto qui di seguito possano farti piacere. Non metto i link. È sufficiente spendere un quarto d’ora su Google per trovare altre notizie come queste, certamente insieme alle tante che riferiscono di efferatezze compiute dagli estremisti. Prova con “islamici difendono cristiani”. E forse cambieresti l'ordine degli aggettivi: i tanti islamici pacifisti e tolleranti, contro i pochi fanatici che applicano la jihad.
13/10/2013 Domenica 13 ottobre, a Islamabad, nuova
catena umana promossa dall'organizzazione Pakistan for all (il Pakistan per
tutti) che si batte per il rispetto dei diritti umani delle minoranze. E' stata
protetta la chiesa di Nostra Signora di Fatima. Nelle scorse settimane analoghe
iniziative a Lahore e a Karachi.
Domenica 6 ottobre a Lahore una catena di "scudi umani
" formata da circa 300 musulmani aveva protetto una chiesa cristiana in
cui era in corso la Messa per evitare possibili attacchi terroristici.
La catena umana di Lahore ha voluto inviare un segnale forte
contro questi attacchi, ed era la seconda organizzata da Pakistan for all: una
simile iniziativa si era svolta infatti anche la settimana precedente a
Karachi, all'esterno della chiesa di S. Patrick.
Piuttosto che farne un discorso, mi è sembrato più utile –
una volta tanto – mostrare delle foto della Piazza della Liberazione (Midân
al-Tahrîr). Sono foto che mostrano musulmani e cristiani, con i loro simboli
religiosi, mano nella mano. Per noi egiziani questo fatto ricorda la
“Rivoluzione egiziana del 1919” contro il Regno Unito che occupava l’Egitto e
il Sudan, subito dopo l’armistizio dell’11 novembre 1919 in Europa, dopo la
prima guerra mondiale.
Cristiani proteggono musulmani in preghiera
Bambino manifesta con Mezzaluna e Croce
Manifestanti con Croce e Corano
I leader musulmani del Kenya hanno deciso di
auto-organizzarsi per proteggere le chiese dagli attacchi degli integralisti.
La decisione è stata presa dopo gli ultimi attacchi della scorsa domenica.
DOBBIAMO PROTEGGERLI - Come conferma
la Bbc per evitare altri attacchi come quelli che hanno portato alla
morte di 15 persone nelle chiese di Garissa, una città keniana vicina al
confine con la Somalia, paese dal quale penetrano i ribelli islamici
appartenenti ad al-Shabab. Adan Wachu, a capo del consiglio superiore dei
musulmani kenioti ha confermato che questi attacchi sono atti terroristici e
che è compito dei musulmani proteggere la minoranza cristiana dalla violenza.
SIRIA - AD ALEPPO GLI ISLAMISTI PROTEGGONO I CRISTIANI.
" MAOMETTO RISPETTAVA I CRISTIANI E NOI FACCIAMO LO STESSO "
"Ogni mattina, gli uomini del comandante di brigata Abu
Ammar ci portano il pane e ogni quindici giorni farina, sale, riso e
pasta", dice Michael Oberi, un altro residente.
"Grazie a loro, possiamo muoverci liberamente
attraverso la Città Vecchia senza temere i radicali islamici presenti in
forza in questa parte di Aleppo", egli spiega. "Abu Ammar e i
suoi uomini ci sorvegliano e ci proteggono. Se uccidessero i cristiani,
perché ci proteggerebbero? " si chiede la signora Jouri.
LETTERA APERTA. In una lettera aperta pubblicata ieri (22 luglio 2014), il patriarca Sako è tornato a condannare la discriminazione: «La presa della città di Mosul da parte dei jihadisti islamici e la loro proclamazione di uno Stato islamico ha fatto precipitare la situazione per i cristiani di quella città e delle aree circostanti. (…) Lo Stato islamico ha emesso un comunicato per imporre apertamente ai cristiani di convertirsi, oppure pagare la jizya senza specificare il prezzo, oppure lasciare la città e le proprie case con indosso soltanto i vestiti, senza portare via nulla. (…) Queste richieste offendono i musulmani e la reputazione dell’islam, che sostiene la libertà per ognuno di avere la religione che preferisce e che proibisce la costrizione negli affari di fede, e sono in contraddizione con i 1.400 anni di storia e di vita del mondo islamico».
LETTERA APERTA. In una lettera aperta pubblicata ieri (22 luglio 2014), il patriarca Sako è tornato a condannare la discriminazione: «La presa della città di Mosul da parte dei jihadisti islamici e la loro proclamazione di uno Stato islamico ha fatto precipitare la situazione per i cristiani di quella città e delle aree circostanti. (…) Lo Stato islamico ha emesso un comunicato per imporre apertamente ai cristiani di convertirsi, oppure pagare la jizya senza specificare il prezzo, oppure lasciare la città e le proprie case con indosso soltanto i vestiti, senza portare via nulla. (…) Queste richieste offendono i musulmani e la reputazione dell’islam, che sostiene la libertà per ognuno di avere la religione che preferisce e che proibisce la costrizione negli affari di fede, e sono in contraddizione con i 1.400 anni di storia e di vita del mondo islamico».
Guinea Bissau dicembre 2013 (testimonianza personale)
Nella cittadina di Bambadinca c'è la missione di Padre
Dionisio, ormai in Guinea-Bissau da una quarantina d'anni. Ci ha mostrato ciò
che ha fatto e ciò che ha ancora intenzione di fare. Al di là di aneddoti e
curiosità, credo che l'esperienza più illuminante sia stata anche la più
recente: la ristrutturazione di una casa nella tabanka (villaggio) di Xitolo
(si legge scitolo) che serve come chiesa, aula per la catechesi e aula di
scuola. Per questa ristrutturazione ha avuto anche l'aiuto pratico e volontario, in
forza lavoro, dei musulmani presenti nel villaggio (la stragrande maggioranza),
che già dispongono di una bella moschea. Perché hanno aiutato l’insediamento di una religione diversa dalla
loro? Perché “come l’Islam, anche il Cristianesimo si fonda su un Libro Sacro. E
bisogna diffondere la conoscenza del Libro Sacro, a qualsiasi religione esso
appartenga.” A dimostrazione che in questo Paese non vi sono contrapposizioni
religiose, ma ognuno accetta gli altri ed è disponibile a fornire il proprio
aiuto.
Perché l’unica violenza religiosa è sempre e soltanto quella
“islam contro cristianesimo”?
Quale è la religione che, forse più delle altre, fornisce
un’immagine di pace e serenità? Credo che la maggior parte delle risposte
sarebbe: il buddismo!
Appunto:
Sri Lanka, non si ferma la violenza dei buddisti radicali
contro i musulmani
di Melani Manel Perera
Le ricostruzioni ufficiali parlano - per il momento - di 91 feriti e quattro morti, tra cui un neonato di appena una settimana. Bruciata e rasa al suolo una moschea. Saccheggiate e distrutte decine di case e negozi. Leader religiosi cristiani ad AsiaNews: "Condanniamo le violenze contro i nostri fratelli musulmani".
di Melani Manel Perera
Le ricostruzioni ufficiali parlano - per il momento - di 91 feriti e quattro morti, tra cui un neonato di appena una settimana. Bruciata e rasa al suolo una moschea. Saccheggiate e distrutte decine di case e negozi. Leader religiosi cristiani ad AsiaNews: "Condanniamo le violenze contro i nostri fratelli musulmani".
Colombo – Aumentano in Sri Lanka l’odio e la violenza contro
le minoranze religiose, che sono il 30% della popolazione complessiva: è il
preoccupante trend segnalato da Chiese e associazioni della società civile nel
paese. In particolare, nei primi 10 mesi del 2013 gli episodi di violenza
contro i cristiani da frange buddiste violente sono stati 65, afferma, in una
nota inviata a Fides, l’Alleanza Nazionale Cristiana Evangelica dello Sri
Lanka. La tendenza è confermata da Navi Pillay, Alto Commissario Onu per i
diritti umani.
Dobbiamo incominciare a pensare alla pericolosità di
soggetti come Angelina Jolie, Brad Pitt, Steven Seagal, Sabina Guzzanti, Carla
Gravina, Marco Columbro o Roberto Baggio?
"Contro coloro che vorrebbero imporci un califfato, con i (quasi tutti) che non accettano le nostre diversità e i nostri costumi, le nostre filosofie e il nostro stile di vita.
Allora sì che li accetterei."
Sono geograficamente abbastanza vicino (per modo di dire,
certamente più di voi) al problema Boko Haram. Setta islamica che vuole imporre
il suo califfato. A spese dei cristiani? O degli occidentali in genere? O dei
bianchi? Certamente, ma non solo. La Nigeria è un paese per il 50% musulmano e
per il 40% cristiano. Possiamo presumere che queste percentuali siano più o
meno rispettate in tutto il paese. Se Boko Haram attacca un villaggio e lo
distrugge completamente, uccidendone tutti gli abitanti, avrà prima fatto un
censimento religioso? Uccide chiunque non sia disposto a riconoscere il suo
potere e chiunque non sia disposto ad arruolarsi nelle sue fila. Possiamo anche
presumere che, quando Boko Haram chiede di convertirsi alla Sharia (islamismo
estremista e fanatico) sia più facile per un musulmano che per un cristiano
aderire a quella richiesta. E mi chiedo anche quanti di noi, di fronte ad una
minaccia di morte, non siano pronti a rinnegare la propria fede (Prima che il
gallo canti, mi avrai rinnegato tre volte).
I componenti del gruppo Boko Haram sono calcolati fra i
10.000 e i 15.000. I musulmani, solo in Nigeria, sono circa 90.000.000. E' lecito dire che gli islamisti fanatici di Boko Haram rappresentano un’infima
minoranza? E che gli altri li combattono aspramente? E che la maggioranza convive pacificamente con gli appartenenti ad altre religioni?
Quindi, i fanatici (di qualsiasi credo, religioso o
politico) non accettano chiunque non la pensi come loro.
E l’affermazione “non accettano le nostre diversità e i
nostri costumi” non si traduce sempre e soltanto in guerra e odio. O accettare
diversità e costumi differenti deve significare invece il rifiuto dei propri e il
passaggio totale ai nostri? Questa non è accettazione, è sopraffazione. “Siete
una minoranza, smettetela con le vostre abitudini e convertitevi alle nostre”
Allora li accetteresti. Con l’accetta?
"Invece, se ci parli bene, nessuno di loro ti rispetta e basta: come minimo ti disprezza per la tua condotta che ai loro occhi è immorale, se non addirittura ti sfida e ti combatte, più o meno apertamente."In Italia, occidentale, bianca e cristiana cattolica, se un uomo "sfarfalleggia" o "broccola" con diversi rappresentanti dell’altro sesso, ottiene sorrisi di compiacimento, giustificazioni o addirittura rispetto e invidia (ogni lasciata è persa). Se lo stesso comportamento è adottato da una rappresentante del gentil sesso, come viene chiamata? Il comportamento in sé, fatto da un uomo o da una donna, è “morale”? La diversità di giudizio di fronte al medesimo comportamento, è “morale”? Personalmente, considero più immorale, incoerente e ipocrita la difformità di giudizio.
Quindi, perché meravigliarci se una cultura diversa ritiene
i nostri comportamenti immorali? Quante volte, nei commenti relativi a casi di
stupro, si è sentito “però se l’è cercata!”. O la giustificazione “è stata solo
una ragazzata, e lei provocava”. Siamo noi i primi a ritenere immorali certi
nostri comportamenti, ma non accettiamo che ce lo dica qualcun altro.
Alcuni nostri amici missionari (religiosi e laici) erano in
viaggio in Algeria. Un viaggio di “lavoro”, in auto con autista locale,
musulmano, che a intervalli regolari si fermava per le sue preghiere. Dopo un
po’, l’autista chiese: “ma se voi siete religiosi, perché non pregate mai?”
Certamente, ci sono modi differenti di esprimere la propria cultura
e le proprie tradizioni, ma differente non implica un giudizio di merito, del tipo "giusto" o "sbagliato".
Come possiamo chiedere rispetto, se i nostri comportamenti
non riflettono il nostro pensiero ma anzi lo contraddicono?
Se la nostra tradizione è cattolica, se ci opponiamo a qualsiasi ipotesi di laicità (pratica), se affermiamo che "la religione ufficiale in Italia è il cattolicesimo (falso)", perchè le chiese si svuotano? perchè diminuiscono i matrimoni in chiesa? perchè non ci sono più vocazioni e i seminari chiudono? Non c'è contraddizione in tutto ciò?
Se siamo pronti a manifestazioni oceaniche per un terribile atto terroristico avvenuto in Francia con 12 morti e nello stesso momento ignoriamo quasi completamente i più di 20.000 (ventimila) morti fra Nigeria e Cameroun causati dagli stessi terroristi, non diamo un'impressione di "due pesi, due misure"? E potremmo dire la stessa cosa per i 2.500.000 morti (sì, due milioni e mezzo!) del Congo, fra il 1998 e il 2003, per una guerra (definita “guerra mondiale africana”) determinata dalla brama di controllo di diamanti, oro e coltan (no coltan, no cellulari!) e passata come guerra tribale/religiosa.
Come ha detto un esperto in comunicazione: la morte di un bianco fa notizia, quella di mille neri non merita di essere pubblicata. ma anche neri ed islamici sono connessi con il mondo e notano certe differenze.
Se la nostra tradizione è cattolica, se ci opponiamo a qualsiasi ipotesi di laicità (pratica), se affermiamo che "la religione ufficiale in Italia è il cattolicesimo (falso)", perchè le chiese si svuotano? perchè diminuiscono i matrimoni in chiesa? perchè non ci sono più vocazioni e i seminari chiudono? Non c'è contraddizione in tutto ciò?
Se siamo pronti a manifestazioni oceaniche per un terribile atto terroristico avvenuto in Francia con 12 morti e nello stesso momento ignoriamo quasi completamente i più di 20.000 (ventimila) morti fra Nigeria e Cameroun causati dagli stessi terroristi, non diamo un'impressione di "due pesi, due misure"? E potremmo dire la stessa cosa per i 2.500.000 morti (sì, due milioni e mezzo!) del Congo, fra il 1998 e il 2003, per una guerra (definita “guerra mondiale africana”) determinata dalla brama di controllo di diamanti, oro e coltan (no coltan, no cellulari!) e passata come guerra tribale/religiosa.
Come ha detto un esperto in comunicazione: la morte di un bianco fa notizia, quella di mille neri non merita di essere pubblicata. ma anche neri ed islamici sono connessi con il mondo e notano certe differenze.
Attualmente vivo in un paese per un terzo musulmano, per un
terzo cristiano (non soltanto cattolico) e per un terzo non si sa bene cosa.
Sono più visibili e numerose le chiese delle moschee. Si lavora fianco a fianco
e nessuno (ma proprio nessuno) chiede mai quale sia la religione del suo
compagno di lavoro o vicino di casa o interlocutore. l'unico tentativo di proselitismo che mi sono sentito rivolgere è provenuto da un Testimone di Geova. E non mi sembrano di ispirazione islamica. Le persone vengono valutate (non sempre in maniera corretta!) per ciò che fanno, non per ciò che sono. Molti occidentali approfittano della diversa cultura per stringere "affettuose amicizie" con gli autoctoni, meglio se dell'altro sesso, senza che questo susciti particolare indignazione. Qualche commento salace, certamente. Sulla costa, ci sono anche casi di "turismo sessuale", ma non ci sono titoli a tutta pagina sui quotidiani. (e non c'è neanche una lega che ne farebbe forte argomento di propaganda politica).
Piuttosto, ho sentito un
appartenente alla setta pentecostale (origine cristiana) usare il sarcasmo a
proposito della poligamia, ancora marginalmente presente in questo paese: “qui la poligamia è
ufficiale. Nei paesi occidentali è ufficialmente vietata, ma è largamente
praticata. Un uomo con moglie e amante non è diverso da un poligamo. Quanti
sono i figli (riconosciuti) nati al di fuori del matrimonio legale? Anche
questo è un risultato della poligamia, illegale ma molto presente”. Occorrono
commenti?
"E allora dovremmo ricordarci che non possiamo permetterci di lasciargli spazio, sperando vanamente che essi si ricordino che noi siamo nel nostro territorio, quello duramente conquistato dai nostri nonni, bisnonni eccetera! Sarebbe una vana speranza, perché dal loro punto di vista noi siamo i peccatori da combattere!"
Ed ecco da cosa nasce tutto il pensiero: non dobbiamo
lasciargli spazio. La difesa del nostro territorio! Già a partire da un’affermazione
del genere, come è possibile che gli “altri” cerchino di approfondire e
comprendere (non vuol dire condividere) la nostra cultura, le nostre
tradizioni, la nostra storia, se si sentono immediatamente rifiutati?
Il post nasce dalla notizia della prossima trasformazione
(per 7 mesi) di una chiesa di Venezia in moschea.
Ma come? Gli diamo anche una moschea? Naturalmente, fra i
commenti compare quello classico: basta moschee! Ci vuole reciprocità! Prova a
costruire una chiesa in un paese islamico!
È l’argomento che molti usano perché non si costruiscano
moschee in Occidente o perché si lasci il crocifisso nei luoghi pubblici
(ricordo che l’Italia si è definita paese laico, che ammette e difende tutte le
religioni e che non esiste una religione di stato o ufficiale). È un argomento
davvero bislacco: per quale motivo se gli altri sono incivili dovremmo esserlo
anche noi?
E comunque gli altri non sono incivili.
In Marocco i cattolici sono
meno dello 0,1% della popolazione eppure ci sono 3 cattedrali e 78 chiese. Si
contano 32 cattedrali in Indonesia, 1 cattedrale in Tunisia, 7 cattedrali in
Senegal, 5 cattedrali in Egitto, 4 cattedrali e 2 basiliche in Turchia, 4
cattedrali in Bosnia, 1 cattedrale negli Emirati Arabi Uniti, 3 monasteri in
Siria, 7 cattedrali in Pakistan. Sudan: 183 parrocchie; 347 preti; 310 suore
religiose; 707 istituti scolastici; 118 istituti di beneficenza. Nel Sud-Sudan (nato l’altro ieri) c’è una
arcidiocesi, dalla quale dipendono 6 diocesi (e relative cattedrali e chiese) e
così via. Esiste una chiesa anche in Afghanistan, dove i cattolici non raggiungono il numero di 100.
Certamente avete riconosciuto la prima delle due foto sopra. E' Masjid al-Haram a Mecca, la più grande moschea al mondo, in Arabia Saudita. La seconda, invece, assomiglia a San Pietro, ma è la basilica di Nostra Signora della Pace, la più grande chiesa cattolica al mondo, in Costa d'Avorio, paese al 50% musulmano.
Provate a costruire una chiesa in paesi musulmani:
Il re del Bahrein Hamad bin Isa Al Khalifa, musulmano sunnita, ha dato il permesso alla Chiesa cattolica di costruire quella che diventerà la chiesa più grande dell’intero Golfo persico. In Bahrein ci sono circa 65 mila cattolici (circa 5%), i cristiani sono il 9 per cento della popolazione, i musulmani rappresentano l’84 per cento.
Quante sono le moschee ufficiali in Italia? Addirittura 6
(sei), per i circa 1.500.000 musulmani ( e se i numeri non sono esatti,
facciamo 2.000.000). Cosa dice la stampa vaticana (Famiglia Cristiana) a
proposito della costruzione di una moschea a Milano?
“Da tempo, tra i maggiori sostenitori della necessità di una
moschea c’è la Diocesi, che si è espressa in tal senso sia con il
cardinal Tettamanzi, sia con il cardinal Scola. Secondo alcuni osservatori,
l’ufficialità di una moschea “regolare” garantirebbe anche dai timori legati al
terrorismo internazionale. Tra l’altro, è bene ricordarlo con chiarezza: non
c’entrano nulla con i centomila (ma non dovevano essere milioni milioni?) pacifici musulmani
milanesi, che anche negli ultimi giorni si sono esposti in marce,
dichiarazioni, fotografie contro il terrorismo. L’ultima l’hanno organizzata il
21 settembre (2014), terminata bruciando le bandiere dell’Isis.”
Toh! Che sorpresa! Manifestano contro i terroristi e contro
l’islam fanatico anche in Italia! però non lo fanno tutti i sabati e quindi è insufficiente.
Forse la reciprocità c’è già stata, da parte loro. Forse
dovremmo incominciare ad esercitarla anche noi. Forse in questo modo il senso
totale di reciprocità aumenterebbe. Ma noi dobbiamo difendere il nostro “spazio
vitale”.
"Ma nessun italiano oggi fa questi ragionamenti perché i nostri "media" non ne parlano (e di libri se ne vendono assai pochi) e i nostri politici ottengono tanti voti in cambio delle loro moschee..."
Le notizie che ho riportato le ho prese su internet, come articoli di giornali o come estratti di pubblicazioni specialistiche. Internet, giornali e libri sono media? Mi sembra quella pagina Facebook (notizie strabilianti o qualcosa di simile) che dice: Pubblichiamo ciò che neanche internet ti dice! appunto, su internet!
E quali/quanti voti i nostri politici otterrebbero?
Fino al 1992, la cittadinanza, e quindi il diritto di voto,
potevano essere ottenuti dopo cinque anni di residenza continuativa nel
territorio dello Stato. Questo periodo con la legge n. 91 del 16 agosto 1992,
si è innalzato a 10 anni. Gli immigrati regolarmente residenti sono ammessi ai
referendum consultivi locali nelle seguenti città italiane: Torino, Bologna e
Roma. Anche le regioni Toscana e Friuli Venezia-Giulia hanno intenzione di
inserire nei loro statuti norme che prevedono il diritto di voto agli
immigrati.
Allora il ragionamento dei politici italiani è: costruisco
la moschea, così fra qualche anno avrò qualche migliaio di voti in più. Finalmente dei politici che pensano al
futuro! Invece, nel presente, ci sono politici che ottengono voti (subito!)
negando il diritto a costruire moschee e negando qualsiasi altro diritto agli
immigrati. E cerchiamo rispetto?
E l’Italia è veramente invasa dagli islamici?
Sempre secondo la stampa vaticana (Famiglia Cristiana) e Pew
Research Center, gli islamici in Italia sono poco più di 1.500.000 (circa il
2,6% della popolazione); altre stime parlano di 2.000.000 (poco più del 3%). In
totale, i musulmani sono un terzo degli stranieri residenti. La comunità
maggiore è quella rumena, quasi tutta appartenente alla chiesa cristiano
ortodossa. Forse, per calcolo politico, sarebbe meglio costruire chiese
dedicate al culto ortodosso e non moschee.
E in Europa? Per il Pew Research Center, nel 2010
erano oltre 4 milioni in Germania, 3 milioni e mezzo in Francia, 2 milioni e
869mila in Gran Bretagna. Varie stime dicono che arrivano a 20 milioni nell’Ue (popolazione totale circa 500 milioni, islamici pari al 4%) e a 60 nell’Europa geografica (750 milioni di abitanti: la percentuale sale all'8%, considerando la presenza di nazioni intere a maggioranza islamica) .
Sale di preghiera? 8000 tra
Inghilterra, Germania e Francia. Moschee? Quasi il problema non si pone, a
Londra e dintorni se ne contano oltre 350, Berlino già nel 1990 aveva 3
moschee, con tanto di minareto e cupola, e ora ne ha oltre 200, Parigi
ha 60 luoghi per il culto islamico, di cui 25 moschee riconosciute, Dublino ne
ha 10.
E noi ci stiamo lamentando perché, forse, da 6 passeremo a 8.
Sì! Siamo proprio invasi. O invasati?
Come sempre molto preciso e molto interessante. L'andare dietro a quello che dicono tutti senza mai verificarne le fonti, a volte porta a degli svarioni. Ma si sa che è più facile andare dietro alla massa che remare contro corrente. Rosella
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