Allora? Continuiamo con le feste di lavoro?
Anche Giovanni si è fatto prendere dallo spirito della casa.
Si è messo in cucina, si è fatto spiegare dove trovare ingredienti e attrezzi,
ha trovato un assistente e ha preparato la pasta fresca all’uovo. C’è voluta
qualche ora, anche perché i commensali erano 14! Il suo papà, cioè io, ha
“aggiustato” il ragù preparato dalla cuoca e il risultato finale è stato molto
apprezzato. Sia per il gusto, sia per la quantità. Con 2 chili e mezzo di
farina se ne fa di pasta fresca!!! Quasi tutti sono riusciti a fare il bis! E
noi abbiamo guadagnato un assistente cuoco che ha imparato a fare la pasta.
Prima o poi lo rimetteremo alla prova.
Come detto, eravamo in 14: 3 della famiglia Bocca;
l’assistente cuoco, Elvis; Monica; Pina (82 anni, un braccio rotto, ma ancora
una buona forchetta); per finire, 8 Clown.
(Foto by Giovanni)
I Clown sono un’associazione i cui membri vanno in giro per
il mondo a fare animazione sociale, soprattutto durante le feste. Gli 8 che
sono venuti a Mbalmayo (è il secondo anno) sono italiani provenienti da tutta
Italia: Milano, Modena, Bologna, Roma, Latina e non mi ricordo più da quali
altre città. Sono ragazzi e ragazze (si fa per dire) dai 25 ai 54 anni. Fanno
giochi di animazione, intrattengono grandi e piccini con canti e musica,
portano una giornata di allegria in prigione, fanno qualche sketch utilizzando
palle colorate, birilli, cerchi, nastri e, soprattutto, tanta allegria e tanta
buona volontà.
Hanno tutti un soprannome e preferiscono essere chiamati con
quello che con il loro vero nome. Portano sempre il classico naso rosso da
pagliaccio appeso al collo, segno distintivo della loro associazione e della
loro attività. Il loro motto è racchiuso in una sigla: VIP. Cioè Vivi In
Positivo.
Sono arrivati il 28 dicembre e sono ripartiti il 10 gennaio.
Sono stati una boccata di freschezza e di allegria e hanno coinvolto anche
Giovanni in alcune loro attività.
Purtroppo hanno avuto un paio di disavventure. Sono stati
vittime di un furto, avvenuto proprio nella casetta dove metà di loro dormiva.
Inizialmente pensavamo di essere sulla strada giusta per scoprire il ladro, ma
poi purtroppo la pista si è rivelata sbagliata.
L’altra disavventura, meno grave, è stata la mancanza di
luce nella casetta: c’era corrente nelle prese, ma non nelle lampade a
soffitto. Accendevano la luce e dopo qualche minuto scattava il salvavita e
restavano al buio. Dopo una giornata di ricerca del guasto, l’elettricista non
era ancora arrivato a capo di nulla. Quindi preparazione di lampade volanti da
inserire nelle prese e soluzione di emergenza fino a che non si fosse trovato
il guasto. Ci sono voluti quattro giorni, naturalmente secondo le disponibilità
dell’elettricista e secondo i giorni lavorativi: in mezzo c’erano anche
domeniche e primi dell’anno. Alla fine tutto è stato risolto: per gli ultimi
due giorni della loro permanenza hanno potuto usare le lampade a soffitto!!!
È uno dei possibili inconvenienti che capitano quando si
fanno grossi lavori di manutenzione: ciò che è andato bene per una fila d’anni,
improvvisamente dimostra tutti i suoi acciacchi e i difetti determinati da una
serie di “aggiustamenti” e “sistemazioni” precedenti. E in quel momento bisogna
ripercorrere tutti i cambiamenti avvenuti nel passato di anni e scoprire dove
era stato commesso l’errore.
(Foto by Giovanni)
Ma con Giovanni siamo andati a vedere anche il Parco delle
Scimmie. A pochi chilometri da Mbalmayo, in mezzo alla foresta, una
associazione inglese ha comperato una bella fetta di territorio e ha creato
degli spazi protetti nei quali ha radunato parecchie specie di scimmie, dalle
più piccole fino agli oranghi. Vita pericolosa quella delle scimmie! Sono
apprezzate come selvaggina e, anche se vi è un espresso divieto, sono molti i
bracconieri che le cacciano ugualmente e le propongono come cibo. Ancora
vengono cacciate per sostentamento alimentare. Quindi gli spazi sono “protetti”
per difendere le scimmie dall’azione dell’uomo. Sono recinti elettrificati che
racchiudono una piccola porzione di foresta. All’interno i primati hanno
veramente tanto spazio. Dall’esterno è quasi impossibile vedere tutti i lati
del recinto.
La nostra gita è stata in due tappe: il primo giorno siamo
arrivati alla deviazione sulla “autostrada” Mbalmayo-Yaoundè e, con l’aiuto di un motociclista che ci ha
fatto strada, abbiamo percorso la mezza dozzina di chilometri necessari per
arrivare al parco: circa mezz’ora di pista. Per scoprire che c’era stata una
rottura nel recinto degli oranghi e che quindi l’accesso al parco era chiuso.
Ci hanno consigliato di tornare l’indomani mattina, intorno alle 8 perché è
l’ora migliore per vedere tutto molto bene.
Rifatta la pista al contrario, ci siamo consolati andando a
mangiare al “Lion d’Or”, ristorante di Mbalmayo dove si mangia abbastanza bene:
carne e pesce alla brace, plantines fritte, patate, verdure crude, riso, birra,
ananas (niente caffè), più o meno per l’equivalente di 10 euro. È considerato
abbastanza caro.
La mattina dopo, senza bisogno della moto come guida, siamo
finalmente arrivati al parco delle scimmie e un giovane laureato in zoologia
(che si prepara al dottorato in primatologia e botanica) ci ha portato a fare
il tour, spiegando le caratteristiche di ogni famiglia di scimmie e come vivono
in quegli ambienti: in pratica, hanno già cominciato a fare tutto ciò che serve
per evitarne il depauperamento e l’estinzione. Era evidente come questo giovane
fosse innamorato non soltanto del suo lavoro, ma proprio delle scimmie. Gli
oranghi, che non avevano intenzione di mettersi in mostra, hanno poi risposto
ai suoi richiami e sono arrivati ai bordi della recinzione.
Per darvi un’idea dello “spazio protetto”, il tour ha
richiesto un paio d’ore.
È sorprendente scoprire che in questa nazione vi sono
particolarità interessantissime da vedere, magari proprio dietro l’angolo di casa,
ma poco pubblicizzate e difficilmente accessibili.
Che gioia leggervi! Quanta nostalgia...
RispondiEliminaTornerò.
Salutami affettuosamente TUTTI. Ho uno splendido vostro ricordo nel Cuore.
Tiziana (Campo lavoro agosto 2013)