martedì 20 maggio 2014

Che titolo metto?

Usciamo un po’ dalla vita quotidiana, dalle avventure/disavventure camerunesi, dall'abitudine di questo blog che sembra più un resoconto turistico che il diario di un’esperienza unica, dura, esaltante, a volte deprimente o scoraggiante, tutti i giorni nuova, diversa e stimolante.
Anch'io, come una moltitudine di altre persone in tutto il mondo, faccio parte della “social - community” di Facebook. Qui più che in Italia.
Perché qui, pur avendo un ottimo televisore, collegato a un lettore di DVD e a due ottime casse per sentire musica (siamo in Africa, mica fuori dal mondo!), ci è un po’ passata la pigrizia di sederci sul divano, spaparanzati davanti al televisore ad ascoltare ciò che il “mostro sacro” ci offre.

In verità, ci siamo anche dimenticati, quasi subito, di pagare l’abbonamento ai canali che più ci interessavano e non abbiamo molta voglia di vedere soltanto ciò che offre la tv non a pagamento.
Comunque, niente TV. Anche i libri che ci siamo portati dall'Italia ormai sono finiti. Anche quelli che abbiamo trovato nella biblioteca del Centro. In effetti ci sarebbero un mucchio di libri in francese e so perfettamente che dovrei leggerli, per migliorare il mio modo pessimo di parlare quella lingua. Ma la pigrizia ha il sopravvento.
Resta internet.
In Italia, caschi il mondo, tutte le mattine da almeno 50 anni mi concedo il lusso di leggere il quotidiano. In passato, per un po’ di anni, anche 2 o 3.
Qui i quotidiani sono merce rara. A volte, se mi concedete un’esagerazione, anche un po’ avariata: il giornale più diffuso è proprietà governativa e stampato in una tipografia statale. Probabilmente, nei suoi confronti, anche alcune testate italiane risultano obbiettive.
Ancora, resta internet.
E si cerca di restare aggiornati, per quanto possibile.
E poi vai su Facebook: per leggere la vita di tutti i giorni. A volte sorridi, a volte ti incuriosisci, a volte leggi soltanto, a volte rispondi o commenti, a volte trovi delle perle che non conoscevi o avevi dimenticato, a volte, purtroppo molto spesso, non trovi delle perle ma delle enormi pirlate o peggio.
L’altro giorno ho “condiviso”! deve essere stata la seconda volta in tutta la mia vita di facebookista. Ma come si fa a non condividere una citazione di Bertrand Russell che esalta il pensiero libero?
Ma non ha avuto molto seguito.
È molto più condivisa la notizia dell’anaconda gigante, caricato su un TIR a doppio pianale (fatto con il Lego!). O quella dello scheletro di un uomo gigantesco, una decina di metri di altezza, trovato non mi ricordo più se in India o Turchia. Fratello gemello di quell'altro trovato due anni fa in Africa. Due giganti uguali, in due continenti diversi, antichissimi e con le stesse proporzioni dell’uomo di oggi: strabiliante e senza dubbio vero!!! O le tantissime condivisioni su fatti (misfatti) di politica, le leggi vergognose approvate dal Senato, con un numero di senatori maggiore di quelli realmente eletti, o proposte dal famoso “senatore Cirenga” che non esiste come tale.  O ancora le infinità di condivisioni chieste (e purtroppo ottenute) sulle immani nefandezze compiute da immigrati, rom, o altre “bestie” simili, con la classica chiosa “io non sono razzista, è lui che è nero!!” e con la richiesta di espulsione, carcere a vita, pena di morte, lavori forzati e così via. Notizie (false) condivise con tanto astio da chi poi si intenerisce per gli agnellini pasquali o per i gattini maltrattati: “Chi tratta male gli animali è peggio di loro”. E nessuno si accorge dell’enorme contraddizione che c’è in questa stessa frase e dell’ancora più assurda contraddizione che c’è nel proteggere (giustamente) un animale e chiedere la pena di morte per un uomo!

Ma tutto questo cosa c’entra con Bertrand Russell e soprattutto con il Cameroun?

Ormai dovreste conoscermi: ho una mente contorta, così contorta che a volte le sue contorsioni fanno perdere l’equilibrio anche a me!

Se vi dicessi che Bertrand Russell mi ha fatto venire in mente Alessia Marcuzzi?
O se vi dicessi che questo primo “collegamento” mi riconduce al Cameroun e a tutta l’Africa Centro-Settentrionale, nella quale è appunto compreso il Cameroun?
Troppi salti mortali? Non credo. Credo anzi che molti di voi abbiano fatto gli stessi collegamenti.
Vediamo se sono gli stessi che ho fatto io.
Russell = pensiero libero. Cioè il contrario del “pensiero unico”. Pensiero unico = 1984 di George Orwell . 1984 = Grande Fratello. Cioè Alessia Marcuzzi.
E posso fare un’altra contorsione? Pensiero unico = Facebook?
Recentemente ho avuto un piccolo scambio di opinioni (divergenti) con un altro facebookista che a un certo punto mi ha fatto notare che le mie opinioni non avevano avuto nessun “mi piace”. E quindi erano senza dubbio sbagliate. Non importa ciò che dici, importa quanto seguito hai. Se tanti condividono la notizia che la Terra è piatta, allora forse Galileo aveva torto. E puoi anche far vedere le foto scattate dal satellite: sono fotomontaggi. Se in tanti hanno condiviso, la notizia è certamente vera. Pensiero unico, Grande Fratello (Orwelliano) contro pensiero libero (Russelliano).
E pensare che George Orwell ha preconizzato questo “pensiero unico” nel 1948, immaginando una società controllata da televisori e telecamere e collocandola nel 1984, agli albori dell’epoca internet.

E il Cameroun?
Se vi ricordate, in 1984 il mondo è diviso in tre superstati : Eurasia, Estasia e Oceania. In questi tre superstati non sono comprese l’Africa Centro-Settentrionale, il Medio-Oriente e alcune zone dell’Asia Centrale. E tutte queste zone “escluse” sono contese dai tre superstati.
E invece oggi cosa succede? Non ci sono i tre superstati, ma ci sono senza dubbio tre super-potenze. E si contendono non solo l’Africa Centro-Settentrionale, ma anche il resto dell’Africa, il Medio-Oriente e alcuni stati dell’Asia Centrale. Stranamente (?) dove ci sono situazioni di instabilità, guerre, ribellioni, dittature vere o nascoste, colpi di stato e immense ricchezze.
E dove internet è presente ma non onnipresente, dove si va su Facebook, ma non è la verità assoluta, dove ancora convivono tante differenti religioni e ci sono, ancora, le “guerre di religione”. E dove, a fianco delle religioni, c’è ancora la stregoneria e ci sono ancora gli stregoni guaritori. Dove da anni ci si cura con le erbe colte in foresta, mentre noi, civilizzati, stiamo tornando, poco per volta e con timore, alle stesse erbe. Dove, almeno qui a Mbalmayo, il pollo lo compri vivo, perché non è bello venderti un animale morto.
Dove c’è un tal guazzabuglio di idee diverse fra di loro, espresse anche con violenza, che prima o poi realizzeranno un nuovo e differente pensiero e al quale (presuntuosamente) avranno partecipato anche tutti coloro che, in un modo o nell'altro, come una goccia nel mare, sono stati o sono adesso o saranno in futuro qui a mettere in gioco il loro pensiero e a scoprire se è un “pensiero unico” o un pensiero libero, libero anche di confrontarsi con gli altri e non averne paura.
“Dobbiamo smettere di aver paura del pensiero!” E quindi: scriviamo ciò che pensiamo. Ma aggiungerei “pensiamo ciò che scriviamo”. Come ha detto un altro anonimo filosofo contemporaneo: “prima di parlare, assicurati che il cervello sia collegato con la lingua”. Chissà se si può adattare anche alle “condivisioni”!!!

Su questo post, niente foto. Ma siccome vi ho abituati male, una la metto lo stesso. Non è una foto, ma un disegno, rubato su Facebook. Un’altra rara perla. Mi sarebbe veramente piaciuto che uno dei due personaggi avesse la pelle nera!




 un'idea - due idee


4 commenti:

  1. Grazie come al solito per il tuo post, un pochino diverso dagli altri, ma solo in apparenza. Condivido molto di quello che dici, sopratutto su FB. A volte ci sono veramente cose improponibili e cose così stupide che solo a leggerle ti viene la pelle d'oca. Ma in effetti il cervello collegato alla lingua sta diventando merce rara. Sono triste nel sentire quanta astiosità a volte c'è in molti di noi, astiosità che mi piacerebbe vedere dal vero, e non solo sulle pagine di FB. Ma dal vero saremmo veramente così, oppure FB ci fa leoni e la realtà coglioni? Comunque tu non demordere: fai sempre la parte del Grillo Parlante: si potrà o non condivedere quello che dici, ma almeno si sentono cose nuove, e magari mettiamo in discussione il nostro pensiero. Un abbraccio a te, a Ica e atutte le persone che condividono con voi questa avventura. Rosella

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    1. Grazie del tuo commento. Ma non mi piace molto fare il Grillo Parlante. Non posso essere la coscienza di nessuno, faccio già fatica ad esserlo di me stesso. E poi gli incontri ravvicinati col martello, anche se poi a lieto fine, non mi attraggono molto. E' soltanto il mio pensiero; come dici tu, condivisibile o no. Un amico, dopo aver letto il post, mi ha scritto: "ma che ti fumi?". Ma è un amico: può dirlo.

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  2. sono nel complesso d accordo con quanto la tua mente ha prodotto .non sono ,purtroppo e per fortuna ,fruitrice di fb. ma per sentire e vedere castronerie non c è bisogno dei potenti mezzi di comunicazione .certo se puoi nascondere la faccia ti viene meglio vomitare quello che ti viene in mente .ma non è certo questo il pensiero libero ! grazie per la tua riflessione , che mi sembra nasconda non poca amarezza .giovanna.

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    1. Certamente c'è un pelo di amarezza, non potrebbe essere altrimenti. Ma i "potenti mezzi di comunicazione" sono veramente potenti e riescono a farti vedere molto più della singola castroneria. Le castronerie le vedi e le senti per la strada, sugli autobus, nelle scuole. Con i mezzi di comunicazione ti rendi conto che sono molto, ma molto più diffuse di quanto tu possa pensare o vivere nella pratica quotidiana. E questo, per certi versi, può anche allargare i tuoi orizzonti. Ma quando ai potenti mezzi abbini il pensiero unico, cioè la difficoltà, la fatica e la pigrizia di pensare da soli e quindi preferire affidarsi al pensiero degli altri, allora il pensiero unico si diffonde e diventa quasi inarrestabile. E, naturalmente, c'è sempre chi sfrutta queste situazioni e riesce ad imporre il proprio pensiero, facendolo diventare unico. Ciò che crea amarezza non è tanto il vedere realizzarsi questo meccanismo, ma vedere che centinaia di anni di storia umana, nei quali questo meccanismo si è sempre verificato (nei modi consentiti da ogni epoca!), non hanno insegnato nulla. Se continui a dire che "i treni arrivano sempre in orario", anche a distanza di anni ci sarà la convinzione che i treni arrivassero davvero in orario. Se continui a dire che "il potere è dei proletari", i proletari ci crederanno. E obbediranno ai nuovi padroni. Ciò che meraviglia è che la piccola saggezza quotidiana, vecchia anch'essa di secoli, è messa da parte.
      "Vedere cammello, pagare cammello!". Oggi molti preferiscono pagare prima ancora di vedere. Anzi, a volte (spesso) non chiedono neanche di vedere.

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