martedì 26 novembre 2013

Scene di vita quotidiana

Provate un po’ a immaginare questo ambiente. Non dal punto di vista della natura, ma dal punto di vista dei vostri compagni di tutti i giorni.
Durante la giornata questo centro è frequentato da più di 1000 persone, fra studenti, insegnanti, impiegati, personale dell’ospedale, giardinieri, tipografi, ceramisti e attualmente operai dei lavori di ristrutturazione.
Di italiani ci siamo io, Ica, Monica e Sara (che andrà via fra 4 giorni!). Tre giorni alla settimana viene un’altra volontaria italiana, Giovanna, che è qui da parecchi anni, tanto che ha messo su famiglia. È sposata con un nero e ha una figlia e parenti camerunesi. Ma, residenti qui con gli altri 1000 siamo in tre: le classiche (è proprio il caso di dirlo) mosche bianche.

lunedì 25 novembre 2013

Io puzzo

È strano come, in due località distanti circa 7000 chilometri, si possa parlare degli stessi problemi. Naturalmente con visioni molto differenti, a volte opposte.
L’altro giorno, curiosando su facebook, mi sono fermato a leggere quell’articolo de La Provincia Pavese, che denunciava il comportamento tenuto dall’autista di un autobus pubblico nei confronti di una passeggera di colore. Non appena quest’ultima è salita sull’autobus, l’autista l’ha “invitata” a sedersi negli ultimi posti: “Per come puzzi, puoi sederti soltanto in fondo!”.

giovedì 14 novembre 2013

Il ritorno

E infine siamo tornati, qui a Mbalmayo, nell’altra nostra temporanea e provvisoria casa.
Siamo stati in Italia, ben tre settimane! Il tempo necessario (e insufficiente) per accogliere il nuovissimo, piccolissimo, simpaticissimo membro del nostro clan. In effetti, è una simpaticissimA bimbA, quanto può esserlo una bimba appena nata, della quale si scruta e si cerca di analizzare (indovinare?) ogni più piccolo movimento, ogni più piccola tendenza, ogni minimo segno di crescita e di buona salute. Nina (così si chiama) è già diventata la persona più importante del nostro clan familiare. Ma ogni genitore che legge queste righe sa perfettamente cosa intendo e quali difficoltà ci possono essere ad esprimere in modo completo sentimenti, speranze, auguri che si accompagnano ad ogni nascita.
Anche qui Nina è conosciuta: non in tutto il Cameroun (per ora!), non esageriamo. Ma nel nostro Centro tutti hanno chiesto notizie, hanno guardato foto, si sono complimentati.
E noi siamo contenti. Naturalmente un po’ dispiaciuti di non poterla vedere tutti i giorni, di non poter assaporare le sue prime piccole conquiste, di non poter condividere con i genitori gioie e preoccupazioni. Ma il legame profondo che c’è nella nostra famiglia è tale che non può certo essere sminuito dalla lontananza. Anzi, serve a rafforzarlo ancora di più.