sabato 5 marzo 2016

Arrivi eccellenti

Finalmente si può dire!
Il prossimo 19 marzo avremo una visita eccellente.
Sono in corso i preparativi, ogni settimana e anche più volte alla settimana ci sono riunioni per definire programmi, attività, incontri, invitati, documentazione, eccetera.
Siamo tutti elettrizzati e impazienti.
Chi arriva?
Sergio Mattarella.
Sì, proprio lui, il nostro Presidente della Repubblica.
In visita ufficiale in Cameroun, farà una visita anche al nostro Centro di Mbalmayo.
Come riconoscimento dell’attività che il COE svolge in Africa ormai da quasi 50 anni.
Come omaggio simbolico all’attività di tutti i volontari italiani in ogni parte del mondo.
Come incitamento a proseguire in questa attività di volontariato.
Come certificazione che “aiutiamoli nel loro paese” non può e non deve essere soltanto un modo di dire per liberarsi la coscienza, nascondendo altre più egoistiche pulsioni.

Almeno, io ci vedo queste motivazioni.

Ma, al di là delle motivazioni reali o presunte, la visita del Presidente della Repubblica d’Italia è un evento eccezionale e come tale provoca reazioni eccezionali.

Anche i camerunesi del nostro quartiere sono felicissimi dell’arrivo. Parteciperanno alla festa? No. Stringeranno la mano al Presidente? No. Saranno liberi di circolare in quella giornata? No.
E allora, che cosa hanno da essere felicissimi?
Rifanno 5 chilometri di strade!!!
La decisione è stata presa la settimana scorsa e in due giorni si sono visti i tecnici prendere misure e scattare foto e i primi mezzi a scavare, spostare terra, spianare le strade. I 5 chilometri devono essere rifatti in poco più di dieci giorni.

Un po’ di logistica.
Il nostro Centro è all’interno di un vasto terreno, al quale si accede attraverso una strada di un centinaio di metri che si diparte da una strada di quartiere più grande e di passaggio. In pratica, dal nostro Centro si percorrono quei cento metri e poi si può scegliere se andare a destra o a sinistra: a destra è la strada più breve per andare in centro città e verso Yaoundé; a sinistra è la direzione per uscire da Mbalmayo verso la foresta.
Ormai da quasi un anno il percorso obbligato era verso sinistra, perché la strada a destra era ormai impraticabile: neanche le moto si arrischiavano più a farla.
Ma anche la direzione a sinistra stava diventando sempre peggio: un paio di chilometri, forse meno, durante i quali anche i pick-up a ruote alte difficilmente riuscivano a inserire la seconda marcia.
Ieri, dopo i primi lavori di preparazione, ho addirittura inserito la terza!
E ti chiedi: ma se è stato sufficiente un giorno di lavoro per ottenere questo risultato, perché non l’hanno fatto prima? Domanda senza risposta.
Naturalmente hanno incominciato a lavorare anche a destra: le strade per arrivare al Centro, come ho detto, sono due. Non puoi rimetterne a posto soltanto una, perché se poi, per un motivo qualsiasi, ti serve anche la seconda, che figura fai?
E quindi questa mattina, visto che dovevo andare in centro, mi sono trovato con la strada sbarrata: alla fine dei fatidici cento metri i lavori erano in corso. Non potevo andare né a destra, né a sinistra. Ma avevo qualche speranza che, in un paio d’ore, un passaggio ci sarebbe stato.
Quasi fossi un pensionato, mi sono messo a guardare i lavori. Camion che portavano terra e un’enorme ruspa, a ruote snodabili, che la distribuiva su tutta la carreggiata, provvedendo nello stesso tempo, con il proprio peso, a compattarla. Due ragazzi seguivano la ruspa e, a mano, levavano rami o radici che erano stati scaricati con la terra.
Nella direzione di destra, un camion era fermo in mezzo alla strada, con il ribaltabile sollevato e un grosso mucchio di terra appena scaricato. Fermo, immobile, senza conducente. In panne e in attesa (forse oggi, forse domani, forse lunedì) del meccanico per la riparazione.
Per fortuna, di fianco al camion restava uno spazio, ristretto ma appena sufficiente, per lasciar passare un’auto. Con molta attenzione, sfiorando con il fianco il camion e dall’altra parte sfiorando il canale di scolo. 5 cm più a destra e ti rifacevi la fiancata; 5 cm più a sinistra e finivi nel fosso.
Poi, alla fine della strada, il solito nastro bianco e rosso a impedire il passaggio per “lavori in corso”. Ma ci vedono, siamo bianchi, siamo italiani, abitiamo lì: abbiamo il permesso di passare.
Disagi, senza dubbio. Ma la certezza, ormai, che fra due settimane riavremo delle strade buone e percorribili senza problemi.

Poi ci sono i problemi veri.
È un capo di stato estero, tutti vogliono fare bella figura, ma ci sono anche ovvi e naturali problemi di sicurezza. Due strade, perché non può essercene soltanto una: sarebbe una “trappola”.
Ci saranno molte vetture: dove si mettono? E allora bisogna predisporre un parcheggio di emergenza e un accesso adeguato.
Quante persone ci saranno?
Il Presidente e il suo staff, l’Ambasciatrice e qualcuno del suo ufficio, le troupe giornalistiche italiane, qualche autorità camerunese e le troupe giornalistiche del Cameroun. Naturalmente i servizi di sicurezza, italiani e camerunesi. Oltre a noi, ovviamente. Sarà senza dubbio una folla.
Tappeti rossi e moquette: dove? Per quali percorsi? Per ossequiosità? In piccola parte sì. Ma per identificare un percorso e tenerlo sotto costante controllo.
E la disposizione fisica delle persone, secondo ruolo e importanza.
E i tempi!
Importantissimi. Chi deve parlare deve limitare i tempi, tutto deve svolgersi calcolando minuti e forse secondi.
Non soltanto per rispettare il tempo totale che il Presidente ci può concedere, ma anche per ragioni di sicurezza.
Quindi:
chi parla e per quanto tempo;
chi si muove e come si muove;
quali percorsi verranno fatti;
chi sono i presenti: nomi, cognomi e curriculum vitae.
Nei prossimi giorni verranno fatte anche delle simulazioni: tutti i protagonisti e i partecipanti dovranno sapere quale sarà il loro posto, che cosa potranno/dovranno fare e che cosa non potranno/non dovranno fare.
Anche tutti gli studenti delle nostre scuole: circa 700 fra bambini, bambine, ragazzi e ragazze fra i 5 e i 20 anni.

Sabato 19 marzo sarà una giornata importante. In Africa, dove vige ancora la tradizione orale, che identifica i tempi in funzione degli avvenimenti, il 19 marzo 2016 diventerà “il giorno della visita del Presidente italiano” e tutto il resto sarà avvenuto prima o dopo, finchè un altro avvenimento, più importante o più significativo o forse soltanto più recente, prenderà il posto di questo.

E questo è il primo arrivo eccellente.
Poi ce ne sarà un altro, senza folla, senza misure di sicurezza, importante soltanto per due/tre persone, senza tappeti rossi, senza bandiere e inni. Almeno esteriormente.
Per due persone però con la stessa e anzi maggiore importanza (non ce ne voglia il Presidente!). Due persone che aspettano con impazienza e trepidazione il 29 marzo, quasi con la stessa impazienza di quarant’anni fa, quando è nato.
Il 29 marzo arriva Giorgio.

Abbiamo iniziato questa esperienza con la visita di Giovanni; la terminiamo con la visita di Giorgio.
In pratica, anche questa esperienza è stata un affare di famiglia.

7 commenti:

  1. Chissà se far visitare anche Candia dal Presidente in treno, potrebbe servire a riattivare la ferrovia....forse. Comunque sarà sicuranenete una bella esperienza a coronamento della vostra "missione", ma concordo che la visita di Giorgio (non Napolitano) sarà il riconoscimento più vero. Ciao

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  2. Chissà se far visitare anche Candia dal Presidente in treno, potrebbe servire a riattivare la ferrovia....forse. Comunque sarà sicuranenete una bella esperienza a coronamento della vostra "missione", ma concordo che la visita di Giorgio (non Napolitano) sarà il riconoscimento più vero. Ciao

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  3. ahahaha! grazie, a momenti mi hai fatto piangere! però... un paio di trombette potreste portarle all'aeroporto!

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    1. Veniamo con la macchina. Poi suoneremo il clackson.

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  4. Viene Giorgio: il presidente della repubblica. Vengo io: i clown!
    E allora ditelo. :-)

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  5. !! Mi raccomando: fateci fare bella figura. Speriamo che davvero oltre ai nuovi 5 km di strada rimangano vantaggi proficui a coloro che vivono lì.

    Giovanni: è destino del secondo, del terzo e del quarto figlio.... sentirsi ricordare che "lui è il primogenito!" e allo stesso tempo essere più o meno segretamente tanto ma tanto orgogliosi di quell'alieno che è il primogenito! Ti ho consolato un pochino? :-) Abbracci a tutti. Anna

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