sabato 20 luglio 2013

Su al nord: Garoua

Siamo andati a vedere un'altra struttura del COE in Cameroun: a  Garoua, un migliaio di chilometri a nord di Yaoundè. 
A Garoua il Coe ha realizzato un ospedale, strutture di accoglienza per ragazzi e giovani di strada, un vivaio e un centro di formazione agropastorale.
Siamo accolti in una casa spaziosa e ben organizzata, situata a fianco dell'ospedale e del vivaio.

Nel vivaio, alla cui realizzazione ha contribuito anche il comune di Milano, fanno crescere soprattutto alberi da frutta e tramite i loro semi creano le giovani pianticelle che poi rivendono ai contadini locali, fornendo anche le istruzioni per ottenerne i migliori risultati.
Come Centro di Formazione Agro-Pastorale, è stata realizzata una fattoria con coltivazione di riso, mais, grano e allevamento di bovini, ovini, suini e oche.
La fattoria è un po' fuori Garoua, una quindicina di chilometri. Per arrivarci attraversiamo zone di coltivazione e pascolo.
Il territorio, qui al nord, è completamente diverso da quello del sud. 
Mentre a sud prevale la foresta pluviale equatoriale, a mano a mano che si sale la foresta si dirada, trasformandosi prima in savana, costituita da vegetazione erbacea con presenza di alberi, e poi in steppa, pianeggiante e molto più arida.
Garoua è nella zona di passaggio fra savana e steppa. 
Quando si parla di pascolo, quindi, non si può assolutamente pensare ai nostri prati verdi.
Ogni tanto si vedono mandrie di bovini che si spostano, alla ricerca di zone un po' più erbose. Ma la magrezza delle bestie dimostra la difficoltà di trovare quantità adeguate di cibo.
Sulla strada verso la fattoria ci fermiamo in un villaggio per lasciare un sacco di sementi. Qui è stato realizzato un sistema cooperativistico per la coltivazione e soprattutto per l'immagazzinamento: le scorte vengono conservate in un luogo unico, in modo da poterle distribuire equamente durante l'anno, anche in funzione delle necessità dei singoli.
Alla fattoria non si limitano alle semplici attività di coltivazione e allevamento, ma studiano come ottenere animali più forti e attraverso incroci mirati; o come ottenere i massimi risultati dalle coltivazioni.
Sulla strada del ritorno ci siamo fermati in un altro villaggio, dove il COE ha contribuito alla creazione di un pozzo.
Ciò che ha immediatamente attirato la nostra attenzione è stata la presenza di catena e lucchetto sul pozzo. L'accessibilità all'acqua è quindi consentita soltanto in orari stabiliti dal consiglio del villaggio e in quantità predefinite. Gli abitanti sono anche tenuti a "pagare" l'acqua che consumano, in modo da garantire le risorse necessarie alla manutenzione periodica e evitare sprechi inutili.
La domenica (a Garoua ci siamo fermati una settimana), ci hanno portato a visitare un noto mercato, che si tiene appunto ogni domenica a Pitoa, una ventina di chilometri a nord di Garoua.
E' un mercato enorme, impossibile da girare tutto in un pomeriggio. E vi si vende di tutto: bestiame da allevamento, frutta e verdura, pesce, spezie ed erbe, veicoli di ogni tipo, a motore e no, stoviglie in plastica, acciaio, alluminio, terracotta, ceramica o fatte con zucche e calebasse seccate e variamente trattate o dipinte; e poi, naturalmente, vestiti già confezionati, nuovi o usati, stoffe per vestiti o arredamento, etniche o di importazione, mobili, oggetti per la casa, elettrodomestici, computer e macchine fotografiche, con o senza garanzia; attrezzi e materiali per ogni tipo di lavoro. E se in questa lista manca qualcosa, è solo perchè me lo sono dimenticato, ma a Pitoa sicuramente c'è.
L'unico difetto è che bisogna stare molto attenti: anche qui, come in ogni grande assembramento di gente (in tutto il mondo), i borseggiatori si trovano a loro agio.

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