domenica 4 agosto 2013

Chi arriva e chi parte

Rieccoci qua!
E tutto si rivede sotto un'altra  luce. Luce diversa, perchè la stagione è diversa. Siamo entrati nella stagione "fredda", la temperatura oscilla intorno ai 20/22 gradi, il cielo è quasi sempre coperto e ogni tanto scende quella pioggerellina con la quale non sai mai come comportarti: l'ombrello è eccessivo, una giacca impermeabile impaccia; e poi: smetterà o aumenterà? Bisogna fare come gli africani. Un po' la prendi, sono poche gocce sulla camicia, e se aumenta cerchi un riparo.


Altra luce anche perchè le scuole sono chiuse e anche qui è tempo di ferie. Nel Centro c'è pochissima gente. Soprattutto non ci sono i ragazzi delle scuole e nemmeno quelli dell'internato. Non ci sono neanche i bambini dell'asilo! Nella nostra casetta c'è pace e silenzio. Forse troppo.
Quando siamo partiti per tornare in Italia, a giugno, nel salone da pranzo c'erano a mezzogiorno almeno una cinquantina di persone, fra studenti, volontari e dipendenti. Ora a mezzogiorno e cena siamo in cinque, massimo sei: noi due, l'altra volontaria italiana, Monica, che ormai è qui di casa, un'altra ragazza, Sara, che fa l'ostetrica all'ospedale e una studentessa camerunese, Suzanne, che per motivi familiari si ferma qui anche durante le vacanze scolastiche.
Fino a mercoledì scorso c'era anche la famiglia Marelli. Paolo con la moglie Chiara e i figli: Maria, di due anni e mezzo, e Gegè (Geremia), di un anno più piccolo.
Ma il 31 sono tornati definitivamente in Italia. Erano qui da tre anni, provenienti dallo Zambia e da altre esperienze, sempre in Africa. Lui, che ha la mia età e che ultimamente, in Zambia e in Cameroun, oltre a fare il chirurgo faceva anche il direttore dell'ospedale, era in Africa da 37 anni. Lei da molto meno, ma pur sempre da almeno una decina d'anni.
La  loro partenza è stata un miscuglio di festa e tristezza, inframezzata da problemi molto più pratici: smontare una casa e una vita africana, per rimontarla in Italia: più di 300 chili di bagagli, esclusi quelli che ci avevano affidato a giugno e quelli che ci hanno già consegnato per ottobre. E molte cose le lasciano qui: mobili, stoviglie, biancheria, giocattoli, vestiti e soprattutto, affetti e amicizie.
Quando ci siamo conosciuti, ad aprile scorso, c'è stata subito una buona intesa e poi, poco per volta, si è trasformata in amicizia. Ci hanno dato molti consigli, ci hanno svelato alcuni "trucchi", ci hanno fatto sentire più in fretta a "casa".
Ci mancheranno.
Siamo subentrati nella loro casa: non è più all'interno del Centro, ma appena fuori. E' una casa piacevole, comoda, ben arredata e completa di quasi tutti i comfort: cucina attrezzata, docce (quando c'è l'acqua! ma abbiamo anche una cisterna di riserva da 1000 litri), internet a manetta e TG1 quando vogliamo!
La casa è circondata da un fazzoletto (piccolo!) di terreno ed è divisa in due appartamenti: uno un po' più grande dell'altro. Nel più piccolo abita Sara. 
Da Paolo abbiamo ereditato anche Bwino:




E' un bel pastore tedesco, di un paio d'anni e il nome, che significa "dolce" in dialetto locale, lo rappresenta benissimo. Abbiamo fatto subito amicizia, anche troppa visto come lui la manifesta. Immaginate una cinquantina di chili che vi appoggiano le zampe quasi sulle spalle!
Fra ieri e oggi abbiamo traslocato e stiamo prendendo le misure di un ambiente nuovo, e di un nuovo inquilino che abbaia. Pare che abbiamo anche altri inquilini, sgraditi: topi. Ma ci stiamo attrezzando per sfrattarli.
E' arrivata un'altra ragazza italiana, anche lei si chiama Chiara (sì, è vero: a pranzo e cena sono da solo con quattro rappresentanti dell'altro sesso!) e qui si dimostra quanto è piccolo il mondo. Naturalmente, il primo giorno si fanno quattro chiacchiere di reciproca conoscenza: provenienze, esperienze precedenti, motivazioni, percorsi di arrivo all'esperienza di volontariato. E qui si scopre che un suo caro amico ha fatto il corso PIME insieme a noi. Ma si scopre anche, per fortuite coincidenze, che per il suo lavoro in Italia Chiara ha frequenti contatti con la Provincia di Milano e suo abituale interlocutore è tal Giorgio Bocca!
Ma non sono solo saluti, feste o traslochi. Questa volta non siamo più "in visita". Ica cerca di distribuire il suo tempo fra compiti amministrativi e di attività sociale. Preferirebbe di gran lunga questi ultimi, ma i primi le assorbono parecchio tempo.
E io? Io mi divido fra l'arte della ceramica e quella della stampa, senza tralasciare, però, la cura dei preventivi per i lavori di manutenzione straordinaria che dovranno iniziare a breve.
Per ora, buona notte! La prossima volta maggiori dettagli sulla nostra attività e, forse, qualche foto della nostra casa.
P.S.: mi sono accorto che un post della nostra precedente visita in Cameroun non è stato pubblicato. Lo faccio adesso: "Su al nord: Garoua".

1 commento:

  1. Davvero, come è piccolo il mondo! :D
    Bello il vostro Bwino/Dolce, vi sembrerà di tornare ai tempi con la vostra Cip. In bocca al lupo per tutto: nuova casa, nuovi amici e nuove attività.

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